Scodinzola il cane


Quanto possono essere indelicate certe traduzioni dall’inglese. Non so se vi è capitato di pensare, a volte, quanto certe frasi della politica, dettate più o meno dall’investitura che se ne ha, possano essere incredibilmente indelicate, proprio come quelle brutte traduzioni che spesso il cinema, la letteratura o l’arte in genere esercitano sulle opere d’oltreoceano. E pensare che abbiamo una lingua, che in quanto a termini e ricchezza lessicale, potrebbe benissimo doppiare il giro di pista a quella anglossassone.

“Wag the dog” è un film del 1997 diretto da Barry Levinson, tratto dal romanzo American Hero di Larry Beinhart. Il film è una commedia nera che affronta con un taglio ironico il tema della manipolazione dell’opinione pubblica attraverso il controllo dei mass media, asserviti al potere.

Ora, gli spunti di riflessione sono diversi. Anzitutto la traduzione italiana: ”Sesso e potere” non meriterebbe nemmeno un dittongo in più, ma cosa assai più scandalosa fu l’accoglienza che la critica riservò alla pellicola. Ma lasciamo stare!

È interessante notare, invece, come gli italiani non siano più, se mai lo sono stati, particolarmente inclini all’utilizzo del medium cinematografico come strumento per esorcizzare il reale, ovvero per produrre gli anticorpi necessari a difendersi dagli ”sfascismi ” del contemporaneo, passatemi il termine!

Spiace dirlo, ma purtroppo di questo si tratta, in realtà. La posta in palio non è, semmai lo è mai stata, se fa figo vedere l’ultima serie tv su Netflix oppure la pellicola blockbuster hollywoodiana sul grande schermo; la cifra, piuttosto, riguarda quanto siamo oramai disposti a credere a quanto ancora ci propinano.

Io non so quale sia la verità, e nemmeno voi siete in grado di farlo. Nessuno sa con certezza apodittica quale porzione del reale ci è stata somministrata, ma di certo qualcosa di simile sta accadendo visto che nemmeno la fisica sa riconoscere nelle sue frontiere cosa sia reale e cosa non lo sia.

Mi riferisco all’ipocrisia della politica sul caso del Gasdotto Nord Stream 1 e 2, e se volete metteteci in fila tanti altri numeri quanti sono i possibili scenari ipotizzabili, liberi di farlo. Sinceramente, detto tra noi a dentri stretti, non ce ne frega una beata mazza sapere se si tratta degli americani, dei russi o dei vulcaniani ad aver azionato il grilletto.

Vorremmo solo tornare a non sapere, per favore. Tanto è inutile!

Tornare a meravigliarci di fronte ad una pellicola di celluloide (oramai non ce ne sono più, ahime!) o davanti ad una smart tv, a stupirci circa la remota possibilità che i mezzi di comunicazione di massa controllino la realtà e le coscienze!

Ma dai! Davvero? Possibile che sia così? Ma poi chi sono! Come farebbero a decidere tutti insieme! Ma hanno figli? Mangiano come noi? Sanno dormire otto ore per notte? Disegnano? Cantano sotto la doccia? E come stanno messi con la cipolla in cucina?

Io credo che stiamo sopravvalutando, e di molto, ogni cosa ci circondi, a cominciare dalla politica, chi ci governa, chi fa le leggi, chi ci dice cosa dobbiamo fare e soprattutto perché dobbiamo farlo. Credo sia arrivato il tempo di tornare al cinema, nei teatri, ai concerti, alle kermesse, prima di tornare al bosco, con la stessa attenzione con cui i nostri avi sapevano fare: ovvero pronti all’ascolto, per trovare risposte ed esorcizzare il caos.

Consiglio di riguardare ”Wag the dog”, magari insieme ai vostri figli e per chi non ne dovesse avere, per questioni anagrafiche o di scelta, insieme agli amici di sempre oppure soli, che a volte è meglio… e discutetene, parlatene e confrontatevi.

Il resto, verrà da se, perché oggi più che mai siamo attenti ai segnali più che le passate generazioni, per lo meno a cominciare dalla traduzione del titolo originale del film…

Buona “visione”!

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