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Manspreading…


Avendo risolto i principali problemi nei rapporti tra i generi, il femminismo anglosassone ha recentemente spostato l’attenzione al fenomeno noto come manspreading: la tendenza dei maschi quando si siedono a divaricare le gambe, occupando così una fetta non equa dello spazio disponibile, specialmente sui trasporti pubblici.

È una battaglia che ha qualcosa in comune con il discorso femminista del secolo scorso contro la presenza degli orinatoi nelle toilette pubbliche riservate ai maschi. Cioè, con la scusa di una conformazione diversa dei genitali, gli uomini godevano di un vantaggio ingiusto rispetto alle donne: quello di potere fare la pipì stando in piedi.

La designer inglese Laila Laurel ha voluto contribuire al dibattito con un interessante progetto – “A Solution for Manspreading” – che prevede diverse forme di seduta per i due sessi, intese a imporre un più bilanciato utilizzo degli spazi umani. La versione per le femmine propone un rilievo a forma di cuneo tra le gambe in modo di suggerire alle donne di occupare più aggressivamente gli spazi, divaricando anche loro le gambe.

La versione maschile della seduta correttiva si basa invece su due bordi esterni rialzati che tagliano la circolazione del sangue agli arti inferiori del maschio che “si allarga” troppo, obbligandolo invece a tenere le cosce ben strette.

Le innovative sedie della Laurel hanno vinto il Belmond Award al New Designers Show di Londra che si è chiuso il 6 luglio. Nel motivare il premio i giudici hanno espresso apprezzamento per la “concettualizzazione audace che esplora l’importante ruolo del design nell’informare sugli spazi, sul comportamento personale e sui con

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