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Lettera a un Premier


Gentile signora,

in questi giorni difficili devo dire che ha tutta la mia comprensione per la cautela con la quale si accinge a un compito estremamente difficile e, ancora di più, apprezzo la sua fermezza. In realtà l’Europa e l’Italia sono in guerra, una guerra non dichiarata ma i cui effetti sono visibili a tutti. Non si può scherzare sulla guerra.

Mi permetta di farle alcune considerazioni pacate. Non intendo certo darle dei consigli non richiesti. Lei ha la fortuna di essere giovane e mi dà l’impressione di crederci in quello che fa. È quasi inaudito.

La gravità dei problemi che affliggono il Paese dovrebbe unire tutte le rappresentanze parlamentari per darle il supporto necessario. I provvedimenti di emergenza (inutile farne un elenco) che dovrà attuare saranno più o meno gli stessi che i suoi avversari, al suo posto, adotterebbero. L’opposizione, per questo, non dovrebbe impensierirla più di tanto.

Però, ci sono alcuni “buchi neri” nel nostro sistema di cui non si parla mai o quasi mai, come se fossero una maledizione ormai accettata. Mi permetto di segnalarli.

Il primo, sono le morti sul lavoro, due o tre al giorno. Una cosa impossibile.  Non si è fatto mai nulla, tranne le solite chiacchiere. Occorrono leggi severe e controlli effettivi. Non si deve morire per portare il pane a casa. È inconcepibile. Ci pensi: questa è davvero una prima priorità.

Il secondo è l’evasione diffusa e incontrollata.  Il Paese vive sulle fatture false e sui pagamenti in nero. Sono miliardi che tutti pagano ad altri che sfuggono all’imposizione. Sì, certo, le grandi imprese vanno tassate, ma il fenomeno della piccola evasione ha dimensioni enormi. Questo porta a un punto delicato che so già che le è ostico, ma glielo dico lo stesso: va ridotta drasticamente la possibilità di pagare cash. Basterebbe disporre per le persone fisiche la detrazione fiscale per questi pagamenti. Nessuno più pagherebbe in nero.

Il terzo punto è quello dell’ex Ilva di Taranto. Sborsiamo centinaia di miliardi da decenni per salvare l’occupazione a Taranto e la gente che vi lavora muore di tumore. Non va bene. L’acciaieria è un pozzo senza fondo. Basta. A Taranto, con il PNRR si possono fare tantissime cose per salvare l’occupazione. Basterebbe un po’ d’immaginazione.

Il quarto punto dolente è l’Alitalia, ex o nuova che sia. Quanto è costato fino ad ora al contribuente mantenere una struttura chiaramente obsoleta e inefficiente? Avere una compagnia di bandiera è una bella cosa, ma visto che non funziona e la gente vola lo stesso con altri vettori, a che serve? L’Alitalia è morta da un pezzo. Ne prenda atto.

Un ultimo punto: la sanità. Si sono smantellati i piccoli ospedali territoriali per concentrare i malati in megastrutture regionali, contrabbandando questa decisione per un presunto risparmio. Il risultato è che le spese sono cresciute e la gente muore in ambulanza. So bene che qui c’è un problema con le autonomie regionali, ma la salute e la sicurezza dei cittadini vengono prima di tutto.

Non credo di averle detto cose nuove ma se, come le auguro, lei governerà per i prossimi cinque anni, potrà mettere mano a quelle riforme di cui tanto si parla e che non si fanno mai. Io spero che lei abbia una visione del futuro che vada oltre la programmazione delle vacanze estive.

I molti Italiani che le hanno dato fiducia si aspettano davvero dei cambiamenti razionali ed avveduti. Non ci deluda. Ci dia un segno. Ne abbiamo bisogno.

Molto cordialmente.