AOSTA – La siccità. Il vero nemico mortale dei ghiacciai che sta caratterizzando anche l’inverno 2021/2022.
E’ il grido d’allarme lanciato dai Glaciologi. La prossima stagione estiva potrebbe trasformarsi in un autentico incubo per i ghiacciai con un’altezza inferiore ai Quattromila metri, in particolare.
Le cause? Molteplici, ma su tutte svettano i cambiamenti climatici, a cui si aggiungono, nello specifico, l’irrilevanza di neve e di pioggia.

Franco Secchieri, Geologo, Fondatore e Responsabile Scientifico del Servizio Glaciologico Alto Adige, oltre che autore di numerose pubblicazioni scientifiche, esprime la sua , sempre più elevata, preoccupazione per il destino delle masse gelate.
Ne illustra, in sintesi, il ‘curriculum vitae’: “Durante l’inverno i ghiacciai riposano e si ‘nutrono’ della neve che consentirà loro di superare la successiva estate quando l’ablazione consumerà le riserve gelate accumulatesi”.

Il ‘cibo’ prediletto di questi maestosi colossi di ghiaccio è la ‘bianca’ che cade nella stagione autunnale e nella prima parte dell’inverno, in quanto ha tutto il tempo necessario per subire una trasformazione in ‘nevato’, con una maggiore resistenza alle temperature estive, avendo una densità più consistente rispetto alla neve fresca.
Il Glaciologo Secchieri presenta un prospetto generale: “Dagli Anni Novanta, il bilancio di massa dei ghiacciai è sempre più negativo. L’estate – specifica – si porta via molta neve, anche quella accumulata in precedenza. Ed è in questa realtà che i ghiacciai si consumano per l’assenza del loro ‘alimento’ base, la neve”.
Porta ad esempio emblematico il ‘suo’ ghiacciaio, la Marmolada, la Regina delle Dolomite, tra le Regioni Veneto e Trentino. Uno dei Tremila catapultato nella drammatica situazione del progressivo, inesorabile ‘ritiro’.
“Cesserà di vivere entro il prossimo decennio”, anticipa Franco Secchieri, puntualizzando l’inevitabile, radicale cambiamento del paesaggio. E, in riferimento a chi avanza l’ipotesi di coprire i ghiacciai con i teloni, commenta, etichettando la proposta con tre aggettivi: “Inutile, costosa e dannosa per l’ambiente”.
Non si sbilancia in previsioni per descrivere la situazione estiva 2022.
“Ad oggi, non è possibile basarci su trend climatici nel corso degli anni. Ritengo inutile parlare di ‘ottimismo’ per la sorte dei ghiacciai. I conti, in ogni caso, – sottolinea il Glaciologo – li trarremo a fine Settembre. Rimane il fatto che, al momento, l’entrata di neve è minima. Inoltre, la neve migliore per garantire il giusto nutrimento dei ghiacciai è compresa tra i mesi di ottobre e febbraio, in quanto ha il tempo di trasformarsi in ‘nevato’, più compatto e più resistente all’ondata di calore estivo”.
Riporta, in proposito, l’attenzione sull’unità di misura del clima: “Parliamo di un trentennio. Un arco temporale lungo che ci permette di constatare come, da oltre trent’anni, si verifichi la situazione sopracitata. I ghiacciai, quindi, si stanno rivelando i migliori strumenti per conoscere i cambiamenti del clima”, conclude il Glaciologo Franco Secchieri.