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Il medico di famiglia


Come dice un vecchio adagio: “Non puoi apprezzare la luce, se non hai visto il buio”.

E’ questo quello che mi viene in mente in maniera prepotente il giorno dopo il pensionamento di un amico.

Passando davanti al suo studio, il giorno dopo, ho visto il buio… ma … troppo tardi per poter davvero fruire della luce che fino a quel giorno risplendeva in quel posto.

Ognuno, nella sua vita lavorativa, colleziona errori piccoli e grandi insieme a virtù e indiscutibili meriti.  Sovente accade che piccoli episodi negativi riescono ad offuscare anni di correttezza, precisione e disponibilità.

Ancora più sovente si innesca un ulteriore fattore nel sentimento popolare: l’invidia unitamente alla rabbia.

Se vinci: hai rubato; se perdi: sei un incapace.

Se esprimi senza timore un parere, grazie alle tue reali conoscenze: sei un presuntuoso:

Se fai rispettare delle regole: sei arrogante e litigioso.

Se non accetti nessuna prevaricazione: sei borioso ed insolente.

Non di certo il mio amico ha bisogno di una mia arringa, anche perché non ha commesso nessun reato e men che meno sono un avvocato, ma in tanti anni di attività, ossia sin da quando ha conseguito la laurea in medicina, la sua presenza nel mio territorio è stata costante e forse sin troppo al servizio di tutti.

Il medico di base è una missione,  non una professione, tutt’altro che facile.

Il medico di famiglia è un fratello, altre volte un padre altre un figlio ed ancora un amico ma, quanto serve, anche un nemico.  Un nemico necessario, un nemico che  detta regole, che vieta, che impone, che infastidisce,  che tortura.  Gli importa poco di essere amato o odiato, il suo unico obiettivo è la tua salute.

Lo scrittore statunitense Ambroge Bierce defini il medico: “Persona alla quale guaiamo fiduciosi quando siamo malati e ringhiamo sospettosi quando stiamo bene”.

Quanta verità in questa breve frase!  Proprio così.

Il dott. Vincenzo Pardi, dal 1983 medico di base  in Collecorvino, in novembre 2023 lascia il suo incarico.

Oggi, vedere quella porta chiusa, mi  angoscia.  Ho perso un importante punto di riferimento, una certezza di trovare un professionista serio, preparato ed umano.  Un amico schietto e sincero in una età dove si inizia davvero ad avere bisogno di un medico.

Il dottor Pardi è stato ben oltre che un medico di famiglia, la sua missione è stata caratterizzata da uno studio continuo ed incessante, da un aggiornamento assiduo ed instancabile, tale che le sue diagnosi si sono sempre rivelate aderenti a quelli dei specialisti.  Non a caso l’Università di medicina e Chirurgia di Chieti, più e più volte, ha affidato a lui, con il compito di valutazione,  neo laureati che si preparavano all’esercizio dell’attività medica per un tirocinio formativo.

Negli anni della sua attività spesso  ho sentito dire: “Vado dal dottor Pardi perché ci azzecca”.  Un modo poco forbito, seppure molto esplicativo, che esprime  la grande considerazione dei pazienti a fronte di una grande capacità diagnostica.

Non è facile mettere nero su bianco le mie sensazioni:  Nella vita abbiamo discusso, ci siamo scontrati ma mai è venuto a mancare un profondo e cristallino rispetto.

Il suo impegno politico, sindaco di Collecorvino (PE) dal 1990  al 1995 e prima ancora consigliere provinciale eletto dal 1985 al 1990, grazie alla sua caparbietà, capacità amministrativa ed innegabile schiettezza, pur se su posizioni politiche diverse dal mio pensiero, hanno consolidato il nostro rapporto rafforzando un’amicizia mai venuta meno.

L’importanza di un medico è indispensabile per un rapporto morale e fisico quando si presenta una difficoltà.  Nel momento del vero bisogno il suo operare, difficile e faticoso, ma sapiente, umano e professionale è stato una grande fortuna rafforzando lo spirito e la voglia di affrontare le difficoltà per superarle.

Sono certo che il mio pensiero è anche quello delle migliaia di persone che in questi anni ha amorevolmente curato ed assistito; sono certo che in molti dovranno affannosamente mettersi alla ricerca della luce fruita, inconsapevolmente, per tanti anni.

“Dio ed il dottore, scrive Robert Owen, noi li adoriamo allo stesso modo.

Ma solo in caso di pericolo, non prima;

passato il pericolo, entrambi sono allo stesso modo ricambiati.

Dio è dimenticato ed il Dottore disprezzato”.

Di certo Owen non ha avuto modo di conoscerti e conoscermi, altrimenti non avrebbe scritto in tal modo.

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