Alessia, chi è? Chi la conosce!


Esistono un lui ed una lei. Lui è un imprenditore emiliano, lei, una viaggiatrice romana. Lui non riesce più a pagare i suoi debiti. Lei, non sopporta le ingiustizie del mondo. Entrambi hanno fatto scelte estreme. Lui ha investito ogni risparmio nella sua azienda, ha rischiato ogni cosa per cercare un futuro. Anche lei ha rischiato ogni cosa. Ha lasciato tutto ed ha deciso di girare il mondo per vedere con i suoi occhi cosa succede lì fuori.

Entrambi sono italiani. Entrambi sono nei guai. Lui alla fine, esasperato dai debiti, di una condizione economica catastrofica generata dalle turbolenze delle incertezze del vivere, o/e dalla pressione fiscale insostenibile o/e dalla burocratizzazione asfissiante, ha ceduto. Non ha retto più! Ed un bel giorno ha deciso di spararsi di fronte all’istituto di credito con cui era esposto.

Lei, dopo aver ingoiato il rospo in tante occasioni della sua vita, e dopo essersi trovata per l’ennesima volta di fronte ad una generale condizione di disumanità, forse davanti alla indicibile condizione delle donne in medioriente, in Iran per dovizia di particolare, ha usato l’unica arma a sua disposizione: la propaganda social. Ha postato di tutto e di più, tanto da essere considerata una nemica del regime ed essere sbattuta dietro le sbarre.

Lui è stato ricoverato in ospedale in prognosi riservata ma fuori pericolo di vita. Fortunatamente il proiettile non ha colpito parti vitali nella sua corsa verso l’ignoto.

Lei è Alessia Piperno, 30 anni, detenuta in Iran.

Sono storie straordinarie, storie come poche che purtroppo non accadono ogni giorno. Storie di ordinaria ingiustizia e follia. Storie del nostro mondo.

Per tutti coloro che potrebbero sentirsi autorizzati a dire:

“E a me cosa me ne viene? Peggio per lei/lui! In fondo se la sono cercata!”

Diremmo che non funziona in questo modo… Non è così che si sta in questo mondo. Si deve vivere e pensare con la consapevolezza che sopra ogni cosa, persino sopra le nostre piccole esistenze, c’è un bene superiore chiamato “libertà”, o forse anche “Amore”. Un bene oltre il quale non è possibile andare col “giudizio” e oltre il quale non è ammissibile ipotizzare soluzioni altre e sconclusionate.

A me è bastato poco per capire da che parte stare. Mi è bastato sapere che due esseri umani, due di noi, in questo istante stanno soffrendo per le loro idee, per la loro creatività e per la bellezza della realizzazione che hanno saputo manifestare, per decidere. Non so voi, ma a me basta davvero poco!

Spero vivamente, e mi auguro con tutte le ragioni razionali ed irrazionali, che possano tornare presto a realizzarsi…


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