Affideresti un bimbo o una bimba ad una coppia di questo genere?


Era il mese di luglio del 2019, in un momento di tregua davvero esiguo della Pandemia. Mi trovavo a Milano ed ero tra i pochi che cominciavano nuovamente ad avventurarsi fuori dall’uscio di casa. In pieno centro storico un maxi cartellone (vedi foto) promuoveva in maniera ironica e provocatoria la campagna di sensibilizzazione dell’associazione nazionale ActioAid #ognicoppiapuò, per i diritti dei bambini e delle coppie senza discriminazione di genere.

Il manifesto era apparso in piazzale Baiamonti, adiacente il Castello Sforzesco e la signorile via Dante, e vedeva ritratti i due vicepremier di allora Luigi Di Maio e Matteo Salvini con una domanda secca in mezzo che chiedeva:

“affideresti un bimbo o una bimba ad una coppia di questo genere?”

Oggi probabilmente, a distanza di oltre tre anni, pochi si ricordano di quel manifesto. La maggior parte di voi nemmeno sa che sia mai esistito. Eppure era lì, in una Milano sempre attenta a cogliere prospettive, sfumature e intelligenti provocazioni.

In quel periodo, nella scena politica italiana si era affermato il cosiddetto Governo “Giallo-Verde”, ovvero il primo Governo Conte che era stato per l’appunto possibile solamente dall’unione delle due compagini politiche uscite vincitrici dalle elezioni, ovvero il Movimento 5 Stelle con a capo Luigi di Maio e la Lega di Matteo Salvini.

La leadership di Giuseppe Conte, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sembrava molto fragile e così poco incisiva tanto che in molti, tra opinionisti ed editorialisti tra le righe dei loro fondi, consideravano per certa la notizia secondo la quale il Governo di lì a poco sarebbe caduto e soprattutto che a prendere decisioni ultime fossero in realtà proprio il duo Salvini/Di Maio.

E’ incredibile pensare come a distanza di soli tre anni tantissime cose siano cambiate.

Di Maio, dopo il recente voto di settembre (2022), tra i tre è certamente quello che ne è uscito peggio. L’ex leader grillino, infatti, dopo la scissione dal Movimento e la creazione di una nuova forza politica, “Impegno Civico”, non è stato rieletto in Parlamento.

Salvini, nemmeno lui è stato poi così fortunato. E’ diventato, suo malgrado, la migliore spalla di Giorgia Meloni, dilapidando da quel luglio del 2019 ben oltre il venti per cento di consenso elettorale.

Giuseppe Conte, infine, è riuscito a mantenere in piedi il Movimento 5 Stelle, dandogli nuova vita. La sua decisione di staccare la spina al PD ha ripagato ampiamente oltre ogni più rosea previsione, e se oggi i pentastellati possono vantarsi di essere la terza forza del Paese lo devono solamente alla capacità del loro leader di aver saputo prendere decisioni difficili ed impopolari. Si è dimostrato adulto e maturo.

Dunque, per tirare qualche conclusione, ripercorrendo con la memoria la vista di quel cartellone pubblicitario milanese del 2019, è dura ammetterlo, dobbiamo dire che alla fine affidare a quella improbabile coppia di papà politici il “piccolo” Giuseppe Conte, Peppino come lo chiamavano affettuosamente mentre scorrazzava tra i lunghi corridoi di Montecitorio, è stata la scelta più sensata e giusta che si potesse immaginare. Tanto di cappello ad ActioAid che in effetti aveva già risposto (Noi Sì).

Questo per dire che non bisogna mai giudicare dalle apparenze… nemmeno quando si tratta di Luigi Di Maio e Matteo Salvini.


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